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       Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"  | 
      
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 Sul caso Marino il Pd perde anche 
					l’aggettivo “democratico”  
					 di Maria Mantello 
					 
					 
 Peggio che con un editto bulgaro. 
					Lì almeno si votava! A Roma il Pd dell’era Renzi ha evitato 
					anche questo. Pur di non dare visibilità al confronto con il 
					Sindaco nel luogo istituzionale, la liquidazione di Marino 
					l’ha realizzata con un atto notarile, polverizzando 
					l’Assemblea Capitolina.  L’ordine di scuderia ha avuto la 
					meglio. E alla fine le firme davanti al notaio sono arrivate 
					da tutti e 19 i consiglieri del Pd. Ma non bastavano per 
					assestare il colpo. Così ci si è serviti dei membri della 
					Lista Marchini, del Pdl e dei Conservatori Riformisti.  Peggio di un editto bulgaro, 
					dicevamo, perché si è voluto impedire ascolto e confronto 
					nella sede a questo deputata.  È stata infranta una elementare 
					regola di Democrazia, che vale finanche per l’assemblea di 
					condominio, dove sarebbe davvero singolare che i condomini 
					firmassero davanti al notaio l’abbandono della loro casa per 
					far cadere l’Amministratore! Il 30 ottobre 2015, con il colpo di 
					mano dell’atto notarile, il PD - dopo tanti cambi di nome 
					per evitare finanche l’evocazione della parola Sinistra - 
					sembrerebbe aver prodotto la sua ultima metabolizzazione 
					linguistica, recidendo, come si fa per un’appendicite, la 
					qualificazione aggettivale di Democratico.  Ignazio Marino, a conclusione della 
					drammatica giornata lo ha sottolineato in conferenza stampa: 
					«Mi chiedo - ha detto - come possa un partito che si 
					definisce e vuole essere democratico ridursi a rispondere 
					non con un confronto aperto, ma dal notaio: dal notaio si va 
					per vendere o comprare qualcosa, e chi si definisce 
					democratico non può intendere la politica come qualcosa in 
					cui si vende e si compra, ma un confronto di idee e 
					passione». In un passaggio precedente aveva 
					ricordato: «Ostinatamente ho chiesto di poter intervenire in 
					Assemblea Capitolina, la casa della Capitale d’Italia, la 
					casa degli eletti dal popolo, la casa delle romane e dei 
					romani. Mi è stato negato e chiedo ancora, perché?». La domanda è retorica. Marino lo si 
					è voluto umiliare servendosi di «consiglieri – sono ancora 
					le parole del Sindaco - che hanno preferito sottomettersi e 
					dimettersi pur di evitare quel confronto pubblico aperto e 
					democratico». «26 accoltellatori. Un unico mandante!». Il Partito unico del decisionista 
					Renzi avanza. Il segnale del capo contro chi non si allinea 
					è chiarissimo. E Corradino Mineo ha chiaramente denunciato 
					l’inquietante strategia dell’epurazione “uno alla volta”. Ma il Popolo di sinistra c’è ancora 
					in questo Paese. Un Paese “in debito di sinistra”, come 
					titola efficacemente il recente numero di MicroMega (http://temi.repubblica.it/micromega-online/micromega-72015-%E2%80%9Cleuropa-in-debito-di-sinistra%E2%80%9D-in-edicola-dal-22-ottobre/ 
					). Questa sinistra è orfana di laicità 
					 libertà giustizia. In una parola di “uguaglianza”. E questa 
					sinistra è alla ricerca della rappresentanza.  Tutti lo davano per morto questo 
					“popolo di sinistra”, ma come un fiume carsico riemerge nei 
					momenti di maggior pericolo. L’abbiamo visto alle 
					manifestazioni spontanee che hanno riempito nelle domeniche 
					di ottobre piazza del Campidoglio. Manifestazioni dalla 
					parte del Sindaco. Manifestazioni in chiave anti Renzi. Lì 
					c’erano interi circoli del Pd che non si sono fatti 
					sottomettere, delegati dei Municipi, ex iscritti al Pd, ex 
					votanti Pd..., e soprattutto tanti, tantissimi cittadini 
					comuni.  Donne e uomini perbene, che sono 
					repellenti ai sistemi di vassallaggio e che gli anticorpi li 
					producono normalmente nell’esercizio della responsabilità 
					umana e civile, fondamentale per contrastare connivenze e 
					corruttele.  Marino ha toccato i poteri forti. I 
					suoi elettori lo avevano votato per questo e hanno trovato 
					inconcepibile essere stati scippati di quel voto.  Il Campidoglio con molta 
					probabilità andrà ai Grillini, che in questa fase finale si 
					sono ben guardati dall’unirsi all’accoltellamento di Marino. 
					La loro battaglia per guadagnarsi proprio su Roma la patente 
					di governabilità è molto importante: la giocheranno con 
					determinatezza. Sanno bene che erodere ancora voti al Pd non 
					sarà difficile. La battaglia sarà contro la zona grigia, la 
					sindrome da grande centro di chi si propone “oltre la destra 
					e la sinistra”. Lo scontro sarà con  
 
 
 
 
 
 
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