Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

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Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

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Torino

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Berlusconi e la caccia al voto fascista  

di Maria Mantello

 

«Il Fascismo si preoccupi del problema della razza: i fascisti devono preoccuparsi della salute della razza, con la quale si fa la storia».

Lo affermava Benito Mussolini al Congresso del Partito Fascista del 1921. In troppi facevano finta di non capire ottenebrati dalla paura del rosso...  e lasciavano fare il lavoro sporco alle squadracce del manganello e olio di ricino ... mentre gli industriali premevano sul re per un governo Mussolini, che puntuale arriva nel 1922 mentre va in scena la farsa della  “marcia su Roma”.

Un governo che dopo l’assassinio di Matteotti nel ’24, diverrà dittatura.

Apertamente, dichiaratamente, sfacciatamente col famoso discorso del 3 gennaio del 1925. Ricordate? «... Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi ... ».

L’arroganza ostenta la delinquenza al potere... eppure scrosciavano gli applausi nel delirio di un Parlamento che si avviava ad essere esautorato...  e forse istericamente  applaudiva la liberazione dal peso della sua responsabilità.

Con quel discorso Mussolini gettava la maschera. Del resto la carta d’identità di Matteotti sporca di sangue gli era stata recapitata dai sicari subito dopo l’assassinio. Al capo bisognava far vedere subito quanto si è bravi!

Col discorso del 3 gennaio Mussolini sfidava il Parlamento nell’ufficializzazione del sistema delinquenziale che il fascismo rappresentava.

Sciolti i partiti, i sindacati, le associazioni laiche e libertarie, messa ogni mordacchia alla stampa... si istituzionalizzava carcere e confino per eliminare gli avversari politici... senza tralasciare nei casi più difficili ancora l’assassinio politico, come per i fratelli Rosselli.

 

Tutti omologati, dalla culla alla bara nello stato totalitario che Gentile giustificava, e il fascismo diventava “dottrina”: « per il fascista, tutto è nello Stato, e nulla di umano o spirituale esiste, e tanto meno ha valore, fuori dello Stato. In tal senso il fascismo è totalitario, e lo Stato fascista, sintesi e unità di ogni valore, interpreta, sviluppa e potenzia tutta la vita del popolo.

Né individui fuori dello Stato, né gruppi (partiti politici, associazioni, sindacati, classi). Perciò il fascismo è contro il socialismo che irrigidisce il movimento storico nella lotta di classe e ignora l'unità statale che le classi fonde in una sola realtà economica e morale; e analogamente, è contro il sindacalismo classista. Ma nell'orbita dello Stato ordinatore, le reali esigenze da cui trasse origine il movimento socialista e sindacalista, il fascismo le vuole riconosciute e le fa valere nel sistema corporativo degli interessi conciliati nell'unità dello Stato».

Così, dati pieni poteri a industriali agrari e clero per bloccare il socialismo... l’Italietta del disimpegno veniva allevata dalla fitta propaganda della fede nel “duce sei la luce”, del “libro e moschetto”, del  “più figli più baionette”.

 Fascistizzato ogni aspetto della vita privata e pubblica l’esaltazione razzista contro ogni corpo estraneo, strutturale al regime fin dagli albori, diviene lucida follia con le leggi razziali.

Gli ebrei corpo estraneo della nazione fascista, pericolo pubblico da espellere.

L’antigiudaismo confessionale sedimentato per secoli è rispolverato e diviene il complotto giudaico bolscevico massonico che da “Civiltà cattolica” ai romanzi di Papini e alla letteratura d’appendice, giustifica la persecuzione prima e l’eliminazione fisica degli ebrei poi.

 

I treni andavano pure in orario, forse, ma molti erano diretti ad Auschwitz e sopra erano stipati gli ebrei delle retate di quei “bravi” ragazzi di Salò che torturavano e arrestavano spesso in bande autonome e ben organizzate. Si pensi alla famigerata decima Mas dove si distingue il principe Julius Valerio Borghese (lo ritroveremo anche nel 1970 implicato nel “golpe Borghese), o alla meno nota, ma certo non meno feroce banda Koch che dopo essersi esercitata in sevizie a Firenze approda a Roma, dove nelle sue camere di tortura di Via Principe Amedeo 2 passano anche Pilo Albertelli e Maurizio Giglio, trucidati poi alle Ardeatine.

Campi di concentramento erano stati allestiti anche in Italia già per  ordine Mussolini.

I più tristemente noti erano a Borgo Dalmazzo (Cuneo), a Fossoli di Carpi (Modena), a Gries dove le angherie degli aguzzini determinavano spesso la morte degli internati destinati ai lager della Germania e della Polonia. Per non parlare della Risiera di San Sabba (Trieste), con tanto di forno crematorio annesso.

In Italia - come ha ricostruito l’attento studio di Picciotto Fargion ne Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), gli arresti in totale furono 7013. Di essi, 1.898 furono effettuati da fascisti; 2489 da nazisti; 312 da fascisti e nazisti; 2314 da sconosciuti (ovvero “i bravi italiani” che riscuotevano la taglia di £ 5.000 per ogni ebreo). In totale gli italiani ebrei deportati sono stati 6.746. Di essi 5.916 i deceduti, di cui 303 in patria per maltrattamenti e suicidi.

 

Che in tutto questo ci possa essere qualcosa di buono, può dirlo solo un analfabeta della storia, o chi sogna un ritorno al fascismo come resa di conti contro la democrazia.

Ed è pura vergogna che un deputato del palamento repubblicano, ex presidente del Consiglio più volte -uno quindi che più volte ha giurato sulla Costituzione repubblicana- si permetta di dire che il fascismo ha fatto cose buone e Mussolini fu costretto alle leggi razziali dall’alleanza con Hitler (come se questa potesse essere una giustificazione morale!).

Certe favole sono state ripetute fino alla nausea dai nostalgici dopo la caduta del fascismo. Ed era sempre la stesa cantilena dei treni in orario (alla fine della guerra non avevamo neppure quelli merce), delle porte di casa che potevano essere lasciate aperte (ma in quell’Italia contadina di borghi e campagne si conoscevano tutti)....

Il fascismo italiano non solo è stato una dittatura, ma ha addirittura fatto scuola di razzismo, tanto che Hitler mandava il capo delle SS nel 1935 in Etiopia ad apprendere dai sistemi di segregazione fascisti.

Mentre Graziani sperimentava sugli gli etiopi terribili gas, gli italiani cantavano “faccetta nera bella abissina”. Riempivano piazza Venezia e si imbibivano nel sogno di essere chiamati al destino di un grande impero, compensazione immaginifica della loro reale miseria.

 «Il fascismo fa diventare grande anche un fesso» sintetizza magnificamente il contadino recitato da Tognazzi nella Marcia su Roma di Dino Risi. E forse il trucco è ancora questo per tanti che nel gruppo fanno clan, casa, ... e tentano scalate elettorali.

È l’oggi dei fantasmi che ritornano. Funzionali ai reazionari che di questa manovalanza hanno bisogno per intimidire, per ripristinare il totalitarismo delle gerarchie di una società di dominati e dominanti.    

Solo un analfabeta della democrazia, un mentitore spudorato, ma a caccia di neri nerissimi voti, può dire che nel fascismo cose buone ci sono pure. Ed eruttare queste falsità proprio nel giorno della Memoria della Shoah e da quel binario 21 della stazione di Milano da dove i treni della morte partivano.

Il cavaliere nero attuale come a suo tempo fece l’altro, pesca nella melma e parla al basso, bassissimo ventre.

Fa il barzellettiere, perché come nel romanzo di Victor Hugo, L’uomo che ride, ridicolizzare e denigrare col ludibrio collettivo fatti e persone, significa banalizzare quei fatti e impedire il riscatto della dignità per le persone che li hanno subiti... per la Memoria.

 

Del resto la stura ai fascisti la diede proprio lui, stipulando all’epoca della sua prima discesa in campo un’alleanza senza vergogna con fascisti impenitenti.

E anche adesso, per cercare di tornare a galla, rimesta, annacqua, annaspa... titillando i nostalgici di quel nazifascismo che dell’Europa voleva fare il regno della guerra permanente all’umanità, cancellandola annichilendola in ciascuno, fosse il dominato o il dominatore.




 


 

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