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| Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" | 
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													Berlusconi e la caccia al 
													voto fascista  
													di Maria Mantello 
													 «Il 
													Fascismo si preoccupi del 
													problema della razza: i 
													fascisti devono preoccuparsi 
													della salute della razza, 
													con la quale si fa la storia».  Lo 
													affermava Benito Mussolini 
													al Congresso del Partito 
													Fascista del 1921. In troppi 
													facevano finta di non capire 
													ottenebrati dalla paura del 
													rosso...  e lasciavano fare 
													il lavoro sporco alle 
													squadracce del manganello e 
													olio di ricino ... mentre 
													gli industriali premevano 
													sul re per un governo 
													Mussolini, che puntuale 
													arriva nel 1922 mentre va in 
													scena la farsa della 
													 “marcia su Roma”.  Un 
													governo che dopo 
													l’assassinio di Matteotti 
													nel ’24, diverrà dittatura.  
													 
													L’arroganza ostenta la 
													delinquenza al potere... 
													eppure scrosciavano gli 
													applausi nel delirio di un 
													Parlamento che si avviava ad 
													essere esautorato...  e 
													forse istericamente  
													applaudiva la liberazione 
													dal peso della sua 
													responsabilità.  Con quel 
													discorso Mussolini gettava 
													la maschera. Del resto la 
													carta d’identità di 
													Matteotti sporca di sangue 
													gli era stata recapitata dai 
													sicari subito dopo 
													l’assassinio. Al capo 
													bisognava far vedere subito 
													quanto si è bravi! Col 
													discorso del 3 gennaio 
													Mussolini sfidava il 
													Parlamento 
													nell’ufficializzazione del 
													sistema delinquenziale che 
													il fascismo rappresentava.  Sciolti i 
													partiti, i sindacati, le 
													associazioni laiche e 
													libertarie, messa ogni 
													mordacchia alla stampa... si 
													istituzionalizzava carcere e 
													confino per eliminare gli 
													avversari politici... senza 
													tralasciare nei casi più 
													difficili ancora 
													l’assassinio politico, come 
													per i fratelli Rosselli. 
													Tutti omologati, dalla culla 
													alla bara nello stato 
													totalitario 
													che Gentile giustificava, e 
													il fascismo diventava 
													“dottrina”: « per il 
													fascista, tutto è nello 
													Stato, e nulla di umano o 
													spirituale esiste, e
													
													tanto meno ha valore, 
													fuori dello Stato.
													
													In tal senso il fascismo 
													è totalitario, e lo Stato 
													fascista, sintesi e unità di 
													ogni valore, interpreta,
													
													sviluppa e
													
													potenzia tutta la vita 
													del
													
													popolo.  
													Né individui fuori dello 
													Stato, né gruppi (partiti 
													politici, associazioni,
													
													sindacati, classi). 
													Perciò il fascismo è contro 
													il socialismo che
													
													irrigidisce
													
													il movimento storico 
													nella lotta di classe e
													
													ignora l'unità statale 
													che le classi
													
													fonde in una sola realtà 
													economica e morale; e
													
													analogamente, è contro 
													il
													
													sindacalismo classista. 
													Ma nell'orbita dello Stato 
													ordinatore, le reali 
													esigenze da cui
													
													trasse origine il 
													movimento socialista e 
													sindacalista, il fascismo
													
													le vuole riconosciute e
													
													le fa valere nel sistema 
													corporativo degli interessi
													
													conciliati
													
													nell'unità dello Stato».  Così, 
													dati pieni poteri a 
													industriali agrari e clero 
													per bloccare il 
													socialismo... l’Italietta 
													del disimpegno veniva 
													allevata dalla fitta 
													propaganda della fede nel 
													“duce sei la luce”, del 
													“libro e moschetto”, del 
													 “più figli più baionette”. 
													 Fascistizzato ogni aspetto 
													della vita privata e 
													pubblica l’esaltazione 
													razzista contro ogni corpo 
													estraneo, strutturale al 
													regime fin dagli albori, 
													diviene lucida follia con le 
													leggi razziali.  Gli ebrei 
													corpo estraneo della nazione 
													fascista, pericolo pubblico 
													da espellere.  
													L’antigiudaismo 
													confessionale sedimentato 
													per secoli è rispolverato e 
													diviene il complotto 
													giudaico bolscevico 
													massonico che da “Civiltà 
													cattolica” ai romanzi di 
													Papini e alla letteratura 
													d’appendice, giustifica la 
													persecuzione prima e 
													l’eliminazione fisica degli 
													ebrei poi.  
													I treni andavano pure in 
													orario, forse, ma molti 
													erano diretti ad 
													
													Auschwitz e 
													sopra erano stipati gli 
													ebrei delle retate di quei 
													“bravi” ragazzi di Salò che 
													torturavano e arrestavano 
													spesso in bande autonome e 
													ben organizzate. Si pensi 
													alla famigerata decima Mas 
													dove si distingue il 
													principe Julius Valerio
													
													Borghese (lo 
													ritroveremo anche nel 1970 
													implicato nel “golpe 
													Borghese), o alla meno nota, 
													ma certo non meno feroce 
													banda Koch che dopo essersi 
													esercitata in sevizie a 
													Firenze approda a Roma, dove 
													nelle sue camere di tortura 
													di Via Principe Amedeo 2 
													passano anche Pilo 
													Albertelli e Maurizio 
													Giglio, trucidati poi alle 
													Ardeatine.  
													Campi di concentramento 
													erano stati allestiti anche 
													in Italia già per  
													ordine Mussolini.  I più 
													tristemente noti erano a 
													Borgo Dalmazzo (Cuneo), a 
													Fossoli di Carpi (Modena), a 
													Gries dove le angherie degli 
													aguzzini determinavano 
													spesso la morte degli 
													internati destinati ai lager 
													della Germania e della 
													Polonia. Per non parlare 
													della Risiera di San Sabba 
													(Trieste), con tanto di 
													forno crematorio annesso.
 In 
													Italia - come ha ricostruito 
													l’attento studio di 
													Picciotto Fargion ne Il 
													libro della memoria. 
													Gli ebrei deportati 
													dall’Italia (1943-1945), 
													gli arresti in totale furono 
													7013. Di essi, 1.898 furono 
													effettuati da fascisti; 2489 
													da nazisti; 312 da fascisti 
													e nazisti; 2314 da 
													sconosciuti (ovvero “i bravi 
													italiani” che riscuotevano 
													la taglia di £ 5.000 per 
													ogni ebreo). In totale gli 
													italiani ebrei deportati 
													sono stati 6.746. Di essi 
													5.916 i deceduti, di cui  
													Che in 
													tutto questo ci possa essere 
													qualcosa di buono, può dirlo 
													solo un analfabeta della 
													storia, o chi sogna un 
													ritorno al fascismo come 
													resa di conti contro la 
													democrazia. Ed è pura 
													vergogna che un deputato del 
													palamento repubblicano, ex 
													presidente del Consiglio più 
													volte -uno quindi che più 
													volte ha giurato sulla 
													Costituzione repubblicana- 
													si permetta di dire che il 
													fascismo ha fatto cose buone 
													e Mussolini fu costretto 
													alle leggi razziali 
													dall’alleanza con Hitler 
													(come se questa potesse 
													essere una giustificazione 
													morale!). Certe 
													favole sono state ripetute 
													fino alla nausea dai 
													nostalgici dopo la caduta 
													del fascismo. Ed era sempre 
													la stesa cantilena dei treni 
													in orario (alla fine della 
													guerra non avevamo neppure 
													quelli merce), delle porte 
													di casa che potevano essere 
													lasciate aperte (ma in 
													quell’Italia contadina di 
													borghi e campagne si 
													conoscevano tutti).... Il 
													fascismo italiano non solo è 
													stato una dittatura, ma ha 
													addirittura fatto scuola di 
													razzismo, tanto che Hitler 
													mandava il capo delle SS nel 
													1935 in Etiopia ad 
													apprendere dai sistemi di 
													segregazione fascisti.  Mentre 
													Graziani sperimentava sugli 
													gli etiopi terribili gas, 
													gli italiani cantavano 
													“faccetta nera bella 
													abissina”. Riempivano piazza 
													Venezia e si imbibivano nel 
													sogno di essere chiamati al 
													destino di un grande impero, 
													compensazione immaginifica 
													della loro reale miseria.  
													 «Il fascismo fa diventare 
													grande anche un fesso» 
													sintetizza magnificamente il 
													contadino recitato da 
													Tognazzi nella Marcia su 
													Roma di Dino Risi. E 
													forse il trucco è ancora 
													questo per tanti che nel 
													gruppo fanno clan, casa, ... 
													e tentano scalate 
													elettorali.  È l’oggi 
													dei fantasmi che ritornano. 
													Funzionali ai reazionari che 
													di questa manovalanza hanno 
													bisogno per intimidire, per 
													ripristinare il 
													totalitarismo delle 
													gerarchie di una società di 
													dominati e dominanti.  
													   Solo un 
													analfabeta della democrazia, 
													un mentitore spudorato, ma a 
													caccia di neri nerissimi 
													voti, può dire che nel 
													fascismo cose buone ci sono 
													pure. Ed eruttare queste 
													falsità proprio nel giorno 
													della Memoria della Shoah e 
													da quel binario 21 della 
													stazione di Milano da dove i 
													treni della morte partivano.  Il 
													cavaliere nero attuale come 
													a suo tempo fece l’altro, 
													pesca nella melma e parla al 
													basso, bassissimo ventre.  
													Fa il barzellettiere, perché 
													come nel romanzo di Victor 
													Hugo, L’uomo che ride, 
													ridicolizzare e denigrare 
													col ludibrio collettivo 
													fatti e persone, significa 
													banalizzare quei fatti e 
													impedire il riscatto della 
													dignità per le persone che 
													li hanno subiti... per la 
													Memoria.   Del resto 
													la stura ai fascisti la 
													diede proprio lui, 
													stipulando all’epoca della 
													sua prima discesa in campo 
													un’alleanza senza vergogna 
													con fascisti impenitenti.  E anche 
													adesso, per cercare di 
													tornare a galla, rimesta, 
													annacqua, annaspa... 
													titillando i nostalgici di 
													quel nazifascismo che 
													dell’Europa voleva fare il 
													regno della guerra 
													permanente all’umanità, 
													cancellandola annichilendola 
													in ciascuno, fosse il 
													dominato o il dominatore.  
 
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