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		Il Nuovo Vento delle amministrative allontana il sondino di stato 
		di Maria Mantello * 
		 
		Alla Camera il dibattito era ripreso più volte negli ultimi mesi e 
		sempre rinviato. Il 18 maggio diventa sine die, a data da destinarsi. Ci 
		sono i ballottaggi delle amministrative e la destra di governo che su 
		questa legge aveva premuto l’acceleratore, adesso frena. Perché sa bene 
		che l’opinione pubblica è contraria al Ddl Calabrò. Il sondino di stato 
		gli italiani non lo vogliono. Desiderano decidere sul proprio fine vita. 
		Non vogliono una legge aberrante e violenta che in nome di un’idea 
		supposta di vita espropria della vita e del diritto di esserne sempre 
		proprietari. Una legge confessionale che in quei tubi di idratazione e 
		alimentazione forzate risucchia il sacro diritto umano al rispetto delle 
		individuali volontà sul fine vita. 
		Una legge ipocrita, che condanna la mano pietosa che aiuta a liberarsi 
		dalla tortura dell’intubazione, ricacciandola magari nella zona d’ombra 
		del si fa ma non si dice. Non era forse anche questo il rimprovero che 
		qualcuno faceva a Beppino Englaro, che aveva osato rivolgersi al 
		magistrato per chiedere come far rispettare le volontà di sua figlia 
		Eluana? Si fa, ma non si dice, purché la parvenza di perbenismo ipocrita 
		non venga intaccata. Purché la curia vaticana non si dispiaccia. 
		La liberticida legge sul testamento biologico certi politicanti 
		l’avrebbero voluta concludere in fretta. Avrebbero voluto offrirla 
		sull’ara dello scambio simoniaco alla svelta per non far riesplodere 
		nelle piazze una questione, che già ai tempi del caso Englaro li ha 
		visti isolati e perdenti. Perché restasse l’eutanasia un tabù. 
		Nell’impotenza della sofferenza. Al chiuso delle mura domestiche. Per 
		schiacciare tante famiglie già disfatte dal dolore con i sensi di colpa, 
		magari indotti dalle roccelliane esaltazioni degli stati vegetativi. 
		Ma che il ddl Calabrò è lontano dal comune sentire degli italiani è noto 
		ai politicanti simoniaci, che per questo non se la sentono di vagliare 
		il loro obbrobrio proprio mentre sono alle prese con risultati 
		elettorali delle amministrative, che hanno evidenziato quanto meno un 
		cambio di tendenza, premiando chi ha il senso della cosa pubblica, della 
		giustizia uguale per tutti, della ricerca della dignità per tutti. 
		Milano come Napoli sono i forti segnali di questa primavera di riscossa 
		italica dal sonno della ragione. Gli elettori hanno sparigliato le carte 
		punendo l’arroganza di una destra di governo aggressiva e spocchiosa, 
		che in campagne furibonde e violente fatte di insulti e diffamazioni, 
		metteva sempre più allo scoperto il gioco sporco della difesa di 
		impunità e privilegi. 
		Un’aria nuova. Uno spirito di pulizia e legalità ha cominciato a dire 
		basta a tutto questo. Un’aria fresca che fa sentire ancora di più il 
		puzzo delle doppie e triple morali di personaggi di governo che usano il 
		cristianesimo come distrattore e controllo sociale delle masse. Per 
		proiettare le speranze nel regno dei cieli lasciando i povericristi a 
		fare i conti nell’inferno della precarietà quotidiana. Dove sempre più 
		italiani non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Dove è 
		sempre più dura la resistenza contro la precarietà del lavoro, contro la 
		polverizzazione del potere d’acquisto dei salari, contro la progressiva 
		riduzione delle garanzie sociali. E in questa lotta guizzi di dignità 
		riappaiono. La forza di dire basta prende quota. Nel buon senso di chi 
		la vita ogni giorno se la conquista e guadagna. E che per questo una 
		legge che vorrebbe espropriarli finanche del diritto di scegliere sul 
		proprio fine vita proprio non la mandano giù. Il vento contrario si è 
		alzato e potrebbe diventare un tornado anche in questa riappropriazione 
		etica della laica libertà di scelta. 
		 
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		MICROMEGA - MARIA MANTELLO – Il nuovo vento delle amministrative 
		allontana il sondino di Stato 
		
		
		 
		 
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