Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino

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Crocifisso: noi laici non possiamo essere passivi
Antonia Sani

La sentenza della Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo sulla presenza del crocefisso nelle aule scolastiche ha ribaltato la sentenza già espressa dalla Petite Chambre della stessa Corte nel novembre 2009. IL ricorso del Governo italiano è stato accolto, ricorso umiliante per il nostro paese poiché dettato da una ricerca di consensi elettorali e dalla conseguente devozione al Vaticano. Umiliante anche la sentenza, ambigua nei limiti del possibile, espressa dalla Corte di Strasburgo. Due gli aspetti più interessanti: 1 La Corte si dichiara non competente a decidere su una materia che resta affidata agli Stati dell'UE ( almeno fino a quando vigono comportamenti e scelte divergenti in materia).2. Il crocefisso è "simbolo passivo", non è vox clamans che costringe a seguire i dettami di una particolare fede religiosa, non vi è dunque lesione alla libertà educativa di chi la pensa diversamente . Come agire d'ora in poi per far valere la laicità dello Stato, almeno per quanto concerne il nostro Stato ? Alla Corte di Strasburgo si era rivolta la sig.ra Lautsi, dopo aver percorso un lungo iter nelle sedi legali previste dal nostro ordinamento (TAR- Corte Costituzionale..) avendone ricavato qualche risultato positivo, prontamente negato da successivi interventi. La signora Lautsi aveva potuto ricorrere alla Corte di Strasburgo poiché la sua richiesta di rimozione del crocefisso dall'aula frequentata dalla figlia investiva il diritto alla sua libertà di educazione. La Petite Chambre le aveva dato ragione con quella bella sentenza che ci aveva fatto intravedere nuovi e più laici percorsi per il nostro paese... Ma la battaglia nella quale da anni siamo impegnati per la laicità della scuola dello Stato, va oltre l'aspetto evidenziato nel ricorso e non può essere arrestata dalle motivazioni di questa sentenza. Come muoverci d'ora in avanti? Qualche esempio: -se si tratta di "simbolo passivo", semplicemente appeso alle pareti ma non "parlante", allora tutti i simboli possono essere ammessi nelle aule, sia quelli di religioni diverse da quella cattolica, ( e perché no, i simboli di fedi ideologiche, politiche etc.).. Noi abbiamo sempre contestato l'esposizione di simboli religiosi nella scuola, considerando la laicità della scuola non in base alla possibilità di tutti di esporre i simboli della propria religione ma sulla base del rispetto della libertà di coscienza che riguarda credenti e non credenti, e la libertà d'insegnamento dei docenti, secondo i principi contenuti nella Costituzione, ma questa sentenza sembra, almeno potenzialmente, dar luogo a un dibattito inedito dentro e fuori le aule scolastiche che potrebbe intaccare il potere privilegiato delle gerarchie cattoliche... E ancora: - secondo la sentenza della Grande Chambre non è obbligo rimuovere il crocefisso dalle aule scolastiche.. Ma, chi è autorizzato a metterlo? Non certo l'Amministrazione scolastica, poiché non si tratta di un pezzo dell'arredo scolastico, nei cui elenchi non è più inserito da tempo. Del resto, gli stessi giudici di Strasburgo non lo hanno considerato un arredo, ma un elemento che, per tradizione, nel nostro paese fa parte dell'"ambiente scolastico." Allora, ripeto, chi è autorizzato a esporlo? Piove dal cielo nelle aule? La Costituzione non autorizza a porre d'ufficio un simbolo che pone una religione al disopra delle altre. Un conto è quindi la "rimozione", un conto l' "esposizione" ( e altro conto ancora "la tradizione"..) Anche in questo caso, noi non avremmo mai voluto che l'esposizione del crocefisso divenisse questione affidata a maggioranze di Consigli d'Istituto, diverse da scuola a scuola, al limite da classe a classe...Insomma, una laicità a macchia di leopardo. Però a questo ci induce la sentenza... Non accettiamo che la vicenda si chiuda qui, con un"simbolo passivo"- che come ben sappiamo passivo non è configurandosi come l'affermazione di un potere tutt'altro che innocuo-, "simbolo passivo" che dovremmo tenerci in eterno...?? Credo che a qualsiasi costo non si debba noi restare passivi.






 

Direttore Responsabile: Maria Mantello 

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