Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino

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SCUOLA STATALE

 I prof. dicono basta alla politica di discredito della loro professionalità

 

di Alvaro Belardinelli

 

«Siamo assolutamente contrari ai test dell’INVALSI, che spacciano per cultura ciò che di cultura neppure ha l’odore.» Parole dure, quelle dei sessanta Docenti che, nello storico Liceo Classico Statale “Terenzio Mamiani” (sito nel quartiere Prati nato col sindaco Ernesto Nathan), hanno sottoscritto un’argomentata dichiarazione di contrarietà alla somministrazione dei test dell’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione) nelle Scuole pubbliche.

E molte altre scuole, in tutta Italia, si stanno mobilitando sulla questione.

Infatti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, mediante una semplice circolare (la Nota 30 dicembre 2010, Prot. N. 3813), ha fatto sapere alle scuole, senza interpellare i Docenti, che a maggio saranno per la prima volta somministrati, “obbligatoriamente” a tutti gli studenti delle classi seconde delle Scuole Superiori, test per la valutazione delle competenze in Italiano e Matematica. In realtà quell’avverbio, “obbligatoriamente”, non ha ragione di esistere, perché nessun obbligo contrattuale vincola gli Insegnanti ad eseguire pratiche valutative in cui non credono; né potrebbe, dal momento che il libero esercizio dell’insegnamento è tutelato dall’articolo 33 della Costituzione. Al massimo, il Ministero avrebbe potuto chiamare i Collegi dei Docenti ad esprimersi sulla questione con una delibera ufficiale: come risulta anche dalle stesse parole della citata Nota, che definisce “essenziale” (non obbligatoria quindi) la collaborazione degli Insegnanti. D’altronde, una Nota ministeriale non può cambiare le leggi in vigore: dunque, le prove Invalsi potrebbero essere imposte al singolo Docente solo se inserite nel POF elaborato dal Collegio dei Docenti e adottato dal Consiglio di Istituto. Mancando una loro delibera, i Docenti hanno tutto il diritto di declinare l’invito a somministrare e correggere i test.

Solo apparentemente secondaria, la questione riveste dunque un’importanza capitale, in un momento in cui la politica governativa sta per dare la  stretta finale verso la demolizione della Scuola statale, già abbondantemente screditata e impoverita. Sì, perché i test, in futuro, serviranno per valutare Scuole e Docenti, i quali saranno divisi in tre scaglioni sulla base dei risultati dei loro alunni: i soldi sottratti al 25% di Insegnanti più “scarsi” serviranno a “premiare” il “merito” del 25% di Docenti “bravi”. Dunque la metà degli Insegnanti sarebbe composta di “mediocri”? e siamo poi certi che i “bravi” siano solo un quarto del totale? Inoltre, perché avviarci su una strada, quella dell’uso dei quiz, già dimostratasi fallimentare nei Paesi anglosassoni, che ora stanno per abbandonarla? Possibile che il difficile lavoro dei Docenti debba essere valutato sull’unico criterio della capacità dei ragazzi di rispondere a test?

Se i medici fossero valutati in base alla mortalità dei loro pazienti, gli oncologi risulterebbero “scarsi” e gli oculisti bravissimi: ma una classificazione del genere avrebbe senso? Allo stesso modo, i Docenti di una scuola del centro di Trento sembreranno ovviamente più “meritevoli” di quelli dello ZEN di Palermo, semplicemente perché i loro alunni sono già più preparati in partenza, grazie al vantaggioso contesto sociale di origine.

Insomma, tutto lascia credere che il vero scopo di simili operazioni sia politico: dividere i Docenti, limitarne la libertà di valutazione, d’insegnamento, di pensiero, col ricatto del “voto” di merito e delle sanzioni pecuniarie; attaccarne la credibilità sociale e culturale; screditarli agli occhi di un Paese sempre più ipnotizzato dalle televisioni ed accecato dalla propaganda ufficiale. Ma questo, gli Insegnanti, sembrano averlo capito benissimo. Non è una difesa corporativa dei loro interessi, ma una battaglia decisiva per salvare la Scuola di tutti, istituzione democratica fondata sui principi della Costituzione repubblicana. Quella stessa Costituzione che troppi personaggi importanti vivono oggi come fumo negli occhi.

Alvaro Belardinelli



 

Direttore Responsabile: Maria Mantello 

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