Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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La mobilitazione dei giovani: una speranza
di Piergiorgio Bergonzi
 
La protesta è quasi un’esplosione improvvisa, forte, consapevole ma anche piena di una rabbia, prodotta dalla situazione tragica che vivono milioni di giovani nel nostro Paese.

Oggi il 30% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro (nel Meridione si arriva a punte del 50%), rispetto al 2009 sono trecentomila in più (il 4,5%) il che significa che il calo complessivo dell’occupazione dell’ultimo anno riguarda per l’80% i giovani, vengono cioè licenziati anzitutto coloro che svolgono lavori precari.

Oggi il 22% dei giovani ( due milioni di giovani!) fra i 15 e i 29 anni non lavora e non frequenta alcun corso di studi (il dato è in continuo, preoccupante aumento), di questi circa 1/5 è in età scolare.

Oggi il 25% dei giovani fra i 18 e i 24 anni non possiede il diploma della secondaria superiore e sono 16 su cento gli espulsi dalla secondaria superiore nei primi due anni di iscrizione; oggi, mentre sono in calo le immatricolazioni all’università, solo il 18% dei giovani venticinquenni consegue una laurea di 4-6 anni provenendo in larghissima maggioranza (circa il 75%) dalle classi sociali più ricche e acculturate con l’esclusione massiccia di figli di lavoratori dipendenti e operai.  

Lavoro, istruzione, diritti.

Se è vero che il 43% dei giovani svolge un lavoro meno qualificato rispetto al titolo di studio conseguito è altrettanto vero che il possesso di un titolo di studio è elemento decisivo per l’accesso al lavoro, per i diritti di cittadinanza. Lo riconoscono tutti: dalla CGIL, alla Banca d’Italia, a Confindustria, all’Istat…Il calo dell’occupazione giovanile nell’ultimo anno ha colpito per l’11,4% chi possedeva la licenza media, per il 6,9% chi possedeva il diploma della secondaria superiore, per il 5,2% la laurea; il tasso di occupazione dei laureati è quasi doppio di quello dei titolari di licenza elementare e rispettivamente del 24%  e del 12% in più rispetto a chi possiede la licenza media e il diploma della secondaria superiore. Chi studia di più si ammala meno, delinque di meno, ha maggiore consapevolezza dei propri diritti.

  Le scelte della destra cancellano il futuro

La destra al governo, pure ben consapevole di tutto questo, opera scelte contro il futuro di tutti.

Non attua alcun provvedimento, non investe un euro per il lavoro, per l’occupazione giovanile, contro il precariato, anzi “licenzia” decine di migliaia di precari nella scuola, nell’università, nella ricerca, nel pubblico impiego.

Taglia del 25% in quattro anni il bilancio statale di scuola, università e ricerca; controriforma la scuola italiana, abbassa l’obbligo di istruzione e ( in accordo con Confindustria!)consente di assolvervi mentre si lavora come apprendisti; colpisce mortalmente l’università statale tagliando contestualmente i fondi per il suo funzionamento ordinario e per il diritto allo studio e cancellando il diritto al lavoro di decine di migliaia di ricercatori precari. E’ così che si vuole trasformare il diritto di istruzione per tutti sancito dalla Costituzione in privilegio riservato a ristrette minoranze più ricche e già privilegiate.

Sta in questi numeri e in queste sciagurate scelte politiche l’aggressione violenta e senza precedenti al futuro delle giovani generazioni...

Una nuova strada è possibile.

Ma questa straordinaria mobilitazione giovanile indica una strada per il futuro. Perché “coloro che verranno” operino una inversione di rotta nelle scelte politiche nazionali eleggendo il diritto al sapere e al lavoro come le due grandi priorità politiche che fondano il futuro di uguaglianza, di democrazia, di sviluppo del paese e i diritti dei cittadini e delle persone. Così dice  la Costituzione italiana.

 

 Piergiorgio Bergonzi

 

 

 


 


 

ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

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