Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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Il cordone sanitario di Frattini contro il relativismo
di Maria Mantello

Frattini è laico, anzi un laico sano. È per la “sana laicità” e per la “sana democrazia”. Lo scrive sul giornale del Vaticano, l’Osservatore Romano del 22 ottobre 2010, in una sorta di letterina natalizia a papà (meglio se di bianco vestito), dove sembra render conto di quanto ha fatto in difesa della croce e quanto farà per affermarla ovunque, aiutando la chiesa curiale anche nella riconquista di Gerusalemme.
È o non è Ministro degli esteri perbacco (anzi perdio). Ricopre questo incarico per lo Stato italiano; ma per Frattini alla rincorsa della “sana laicità” nella “sana democrazia” è un dettaglio. Lui che si è battuto -come ricorda nell’articolo- per il ricorso contro la Corte dei diritti umani di Strasburgo, che imponeva di togliere i crocifissi dalle aule scolastiche perché in contrasto con la laicità (senza aggettivi) dello Stato che garantisce le religioni al pari delle visioni del mondo atee, agnostiche e razionaliste. Uno Stato che è fondato sul supremo principio costituzionale della laicità e che per questo non può essere tutore di una fede. Proprio quella che al contrario Frattini vuole imporre contro i giudici di Strasburgo: «Sono convinto - ma è la convinzione del Governo italiano - che il Crocifisso rappresenti il diritto a esprimere il proprio credo e che non vi sia nessuna contraddizione tra questo simbolo ... e lo Stato laico che tutela tutte le religioni. Uno Stato che tutela però anche la mia religione, quindi ho il diritto di professarla anche pubblicamente.». Eccola la professione di “sana laicità”, riportare la croce cattolicamente –universalmente- in ogni dove. Soprattutto se di scuola si tratta. Sana scuola in sana laicità. Ecco un motto che si potrebbe mettere sopra o sotto la croce della frattiniana crociata!
Frattini si vanta che la richiesta d’appello italiana per crocifiggere le aule e chi le frequenta sia «la prima del genere presso la Corte di Strasburgo». E si rammarica «con grande dolore ... che solo l'Italia tra i Paesi fondatori dell'Unione europea ha sottoscritto questo ricorso». Chissà perché? Ma questa è un’osservazione troppo sana per chi vuole costruire un cordone sanitario contro «i fenomeni perversi».... Qualcuno potrebbe associare questi riferimenti alla perversione alla violenza sui bambini. Allo scandalo pedofilia che ha travolto la chiesa cattolica. Ma la “sana laicità” della “sana democrazia” individua ben altro. E chiama strumentalmente a raccolta per la sua crociata anche musulmani ed ebrei. Ma lasciamo rivelare a all’onorevole Ministro quali sarebbero queste perversioni: «I cristiani dovranno essere consapevoli anche di ricercare con i musulmani un'intesa su come contrastare quegli aspetti che, al pari dell'estremismo, minacciano la società. Mi riferisco all'ateismo, al materialismo e al relativismo. Cristiani, musulmani ed ebrei possono lavorare per raggiungere questo comune obiettivo. Credo che occorra un nuovo umanesimo per contrastare questi fenomeni perversi...». Il male - perversione - minaccia della società e che la “sana laicità” della “sana democrazia” devono sconfiggere sono allora tutti quegli individui che non credono in immaginifici cieli (atei). Non credono alle verità predeterminate per fede e vi contrappongono la libertà di ricerca e la forza delle sue conclusioni (materialisti). Non credono alle precettistiche morali ma hanno fiducia nella capacità umana di progettarsi e autodeterminarsi responsabilmente (relativisti).
Ma se di relativismo non è morto mai nessuno di assolutismo sì. E la croce che il sano Ministro della “sana laicità” vorrebbe imposta su tutti purtroppo gronda sangue. E non è certo quello del povero Cristo. Questo ebreo scomodo e rivoluzionario, mandato a morte dai romani e metabolizzato dall’ex ebreo Paolo di Tarso nel dio cristiano. Un dio a cui ancora tanti cattolici però vogliono credere nella loro intimità della fede. Senza ostentazione. Nella laicità dello Stato. Tenendo ben separato ciò che si deve a Cesare e ciò che si deve a Dio. E che per questo hanno in gran fastidio gli scambi simoniaci di chi usa il nome di dio invano soprattutto per accaparrarsi e derubare Cesare.






 

 

 


 


 

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