Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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LA CHIESA CONTRO DI.CO. E TESTAMENTO BIOLOGICO

 

Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), monsignor Giuseppe Betori, ha ribadito il no della Chiesa a proposte legislative regolatrici delle unioni di fatto, che metterebbero in pericolo l’unità della famiglia fondata sul matrimonio. Ha bocciato non solo il testo del DI.CO., ma anche il progetto di legge Biondi in esame alla Commissione Giustizia del Senato. Per le coppie basta – secondo Betori – il diritto privato.

Viceversa l’esigenza di legittimare le unioni civili appare urgente e necessaria. Il giornale LA STAMPA ha pubblicato i numeri delle convivenze “more uxorio” nel nostro Paese: nel 2003 esistevano 555 mila coppie non sposate (il 3,8% del totale), delle quali il 47,6% formate da celibi e nubili e il 45,1% con figli.

 

  

Mentre nelle democrazie dell’Occidente il problema giuridico delle coppie di fatto è stato da anni risolto, la crociata della Chiesa in persona del Segretario di Stato della S. Sede, cardinale Tarcisio Bertone, e della C.E.I. in persona del suo Presidente cardinale Angelo Bagnasco – due istituzioni rivali nella pretesa di rappresentare la Chiesa nei rapporti con il governo della Repubblica – intende mobilitare i cattolici anche in piazza, il 12 maggio con il “Family Day” a Roma, insieme laici e preti.

Il Segretario della C.E.I., Betori in una conferenza stampa ha parlato anche del cosiddetto testamento biologico, che aprirebbe la deriva all’eutanasia: “ se si considerano l’alimentazione o la respirazione come “cura” della persona malata e quindi soggette ad essere interrotte su richiesta, si apre la strada all’eutanasia”. Inoltre c’è anche “il problema, molto complesso del rapporto medico-paziente e dell’autonomia del medico...la volontà del paziente non può imporsi sul medico”.

All’opposizione della Chiesa contro testamento biologico ed eutanasia ha risposto lo scienziato prof. Ignazio Marino, cattolico, presidente della Commissione Sanità del Senato: “Non credo che il messaggio cristiano possa sostenere che bisogna prolungare la sofferenza di una persona con macchine e cure artificiali straordinarie e sproporzionate. Anzi l’accanimento terapeutico è l’opposto della dottrina cattolica proprio perchè il messaggio cristiano è essenzialmente d’amore... Evitando l’accanimento terapeutico non si vuole procurare la morte, bensì si accetta di non poterla impedire... La questione sulle cure è che le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità o altrimenti da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente... Ognuno deve avere il diritto di scegliere. Non si può mantenere una sofferenza inutile. Non si parla d’interrompere la vita di una persona, ma d’interrompere terapie che prolungano le sofferenze”.

 

Bruno Segre (L'incontro aprile 2007)

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