Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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PATRIARCATO UNA REALTA' E UNA NOSTALGIA  

di Ileana Montini

 

Chi ha seguito la trasmissione di Santoro ANNO ZERO, avrà potuto constatare quanto sono sole le donne immigrate di fronte alla violenza domestica. La trasmissione era dedicata alla violenza con molte e svariate presenze accompagnate da alcune registrazioni in video girate in Italia, nelle moschee e nelle case. C'era anche la presidente dell'associazione delle donne marocchine in Italia che fa parte anche della Consulta voluta da Pisanu e riconfermata dal ministro Amato. Posso confermare l'azione che le varie responsabili dell'associazione svolgono in Italia, perché recentemente ho potuto parlare con una marocchina che opera in Lombardia: sono un costante riferimento per le donne che sono oggetto di violenza tra le pareti domestiche, dal chiuse in casa senza documenti, subendo l'imposizione del velo - o della seconda moglie - fino alle percosse. Una donna, totalmente velata per non farsi riconoscere, ha raccontato che in Marocco vestiva con gonne e pantaloni, senza velo e che il fidanzato era d'accordo, vestendo pure lui all'occidentale. Giunti in Italia le ha imposto il velo e per sé ha iniziato a vestire la tunica. Abbiamo ascoltato la traduzione di prediche in moschea che invitano gli uomini a essere severi fino alla violenza con le mogli e le figlie. Ma gli stessi imam intervistati negano. Abbiamo ascoltato un ingenuo architetto musulmano che vive a Venezia affermare che le donne certamente non vanno picchiate, ma "la guida" in famiglia deve essere l'uomo, (come insegna il Corano) e come Prodi è la guida del governo e Berlusconi, che ha il 49%, non può più aspirare a esserlo. Il paragone fa sorridere, ma anche riflettere. Abbiamo anche ascoltato un giovane musulmano esprimersi in buon italiano per spiegare il motivo delle sue dimissioni dalla dirigenza dell'associazione dei giovani musulmani perché è in atto una deriva integralista. Ma poi il regista ha inquadrato la moglie che gli era accanto: modesta e felicemente velata. Gli è stato chiesto se la moglie è libera di smettere il velo e lui ha assentito, aggiungendo però che gli dispiacerebbe. A me, anzianetta, è venuto in mente un altro mondo, quando ero giovane e sposarsi e scegliere di continuare o cercarsi un lavoro,costituiva una rottura della mentalità. Anche allora, se richiesti, i giovani mariti (quelli più "moderni" )rispondevano: "se lo desidera è libera di farlo, ma a me dispiacerebbe".

Insomma, vorrei concludere che giustamente giovedì sera è emerso che c'è molta reticenza tra i politici sul problema della violenza contro le donne tra gli immigrati. I "politici" quando vengono interpellati rispondono che anche tra gli italiani si consuma la violenza tra le pareti domestiche. Ma le donne italiane hanno più riferimenti, più competenze linguistiche e di altro genere per difendersi e cercare di organizzare vie di fuga. Mi pare che i politici non sappiano, e non vogliono, ascoltare chi fa ricerca nel campo dei processi immigratori. Infatti, emergerebbe, per esempio, che le difficoltà degli uomini migranti nel realizzare il progetto di integrazione lavorativa, comporti un sentimento di inferiorità che si rivolge nel contrario: un sentimento di superiorità contro un Occidente corrotto e debole, dove gli uomini non sono più in grado di fare "la guida" imponendosi alle donne; e le donne non sanno "stare al loro posto".

La tenuta psicologica di questi uomini sembra essere l'arroccarsi nelle certezze del patriarcato. Un punto d'incontro, in fondo, anche con gli uomini nostrani.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

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