Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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RECENSIONI

 

Roberto Renzetti, LA CHIESA …dopo Gesù

con la prefazione di Giulietto Chiesa, Tempesta Editore, 392 pagine, € 22

 

Dopo il già ricco e documentato Alla ricerca di un uomo chiamato Gesù, Renzetti ci offre questo volume ancora più ampio e definitivo, tendente a completare la messa a nudo della più colossale favola che sia mai stata concepita da e per il genere umano, il Cristianesimo. Si tratta di quasi 400 fitte pagine di dati e citazioni, la cui lettura dovrebbe avere l'effetto, in un mondo ideale, di spingere ogni credente - a qualsiasi fede appartenga - ad allontanarsi dalla religione, provando vergogna di essersi lasciato intrappolare tanto a lungo in leggende che hanno meno del credibile della fiaba di Biancaneve e i Sette Nani.       

 

Il problema è che la quasi totalità dei credenti ignora del tutto la verità storica, così come i testi sacri, sebbene sia difficile non stupirsi che un essere umano trascorra l'intera vita senza mai sentire l'esigenza di verificare i propri convincimenti. E i non credenti, d'altro canto, ad eccezione dei pochi che meritevolmente avvertono l'impegno di assumere un atteggiamento militante, non ritengono necessario che gli venga illustrato in modo sistematico e rigoroso ciò che a loro pare ovvio all'analisi più immediata.

Basti pensare all'assurdità dei dogmi che i fondatori della Chiesa si sono figurati, quasi sempre contrari alle leggi della Natura, dunque offensivi e degradanti per l'idea stessa di Dio. Basti pensare alle circostanze storiche che hanno reso possibile la costituzione di una setta così potente e così capace di sopravvivere per millenni; anzi di rafforzarsi attraverso un processo di sedimentazione e di accumulo di fantasie che, se proposte oggi, farebbero sorridere. Renzetti, di questo processo, è un acuto documentatore, in particolare per quanto concerne i primordi, i pochi secoli in cui dalla predicazione di Cristo (o di coloro che sotto questo nome vengono raccolti), che si era rivolta al popolo ebraico, si è approdati alla costruzione di Paolo di Tarso, il vero inventore della religione cristiana come oggi la conosciamo.

Dalle testimonianze che Renzetti ci sottopone, emerge con chiarezza attraverso quali passi, con il crescente intrecciarsi di religione e potere, tale trasformazione abbia avuto luogo. Secondo l'Autore "questa fede, così com'è, è ciò che i fedeli (tutti) vogliono".

 

Impossibile, data la mole del libro, citarne anche soltanto qualche passaggio saliente. Può servire al lettore motivato un succinto schema dell'indice. Dalle prime comunità cristiane e dalla storia che le precedette, alle principali eresie, a Costantino, a Teodosio, ai grandi concilii di Nicea, Calcedonia, Efeso; alla controversa natura divina del Cristo e alla sua crocifissione, al ruolo della Madonna e alla natura dello Spirito Santo; alla funzione dei papi, ai rapporti con l'islamismo, ai dogmi che invece di far fuggire i fedeli sembrano aver avuto effetti consolidanti.

In conclusione, un libro che per la vastità di temi e per la cura con cui essi sono trattati dovrebbe essere nel bagaglio culturale di tutti, ma proprio per questa sua impellenza, potrebbe esserlo di pochi. Un indice analitico sarebbe stato molto utile e avrebbe consentito al libro di proporsi come eccellente testo di consultazione.

 

 

Andrea Frova

 

 

 

 

 

 

RECENSIONE di Carlo Bernardini

 



La chiesa cattolica è una delle più grandi aziende del mercato internazionale, fornitrice di sussidi neurosociologici (assistenza sociale con contropartite teologiche oltreché pecuniarie), con succursali e rappresentanti in tutto il mondo (globalizzazione ante litteram).

 

I sussidi non hanno una tariffa fissa come le tradizionali prestazioni professionali, ma i piazzisti ricevono uno stipendio “statale”, in buona parte concordato con il paese ospitante, oltre alle donazioni opzionali della clientela (“lasciti”) e un cospicuo numero di agevolazioni fiscali particolarmente in attività di gestione di immobili e turismo alberghiero. La clientela è, d’abitudine, detta dei “fedeli”.

 

Ditte analoghe corrispondenti ad altre religioni hanno una clientela che si avvale di servizi simili ma diversi; queste ditte hanno tuttavia in comune una modalità arcaica dei – pessimi -  rapporti di concorrenza, quella delle “guerre di religione”, latenti o in atto, che sono rimaste nella storia e continuano ancora adesso ad essere una delle forme più comuni di conflitto violento tra comunità umane.

Questo conflitto è deprecato, sì, dalle varie comunità, ma è preso frequentemente a pretesto per ragioni di espansione e di dominio anche da nazioni evolute e apparentemente laiche, talvolta con intenti neocolonialisti  mascherati.

Il “prodotto finito” più diffuso sul mercato da queste ditte va sotto il nome di “fondamentalismo” o anche “integralismo” e riguarda soprattutto l’etica dei comportamenti individuali, censurata o interdetta, periodicamente certificata dai dipendenti, nel caso cattolico, con i cosiddetti “sacramenti”, adempimenti periodici obbligatori che distinguono i credenti, per ciò detti praticanti, dai non credenti.

 

In molti paesi anche democratici e sviluppati, i politici pensano che tutto sommato stare nel mercato di queste ditte abbia il vantaggio di regolare l’ordine pubblico. Tuttavia, fenomeni perduranti
come la religiosità mafiosa o il terrorismo talibano o l‘esclusione delle donne dai ruoli istituzionali dimostrerebbero, semmai, una funzione di conservazione di princìpi di autoritarismo costitutivo nella
ragione sociale di tali aziende.

La storia di queste aziende è stata ampiamente costruita e falsificata e così i manuali di affiliazione (come il “catechismo”).

 

Ma se Il Messaggero di Abdollah Kader rende simpaticamente semplici le  ragioni di Maometto per fondare l’Islam, ora questo libro di Roberto Renzetti sulle trame ordite da Paolo di Tarso scoperchia un’intenzione ben più drammatica. Roberto non è nuovo a queste ricostruzioni; ma questa volta la valenza politica è ben più inquietante.

Alla fine, la chiesa permea come un soluto in un solvente l’intero paese, conferendo a molte attività  di interesse popolare un “colore” cratteristico: celebrazione di matrimoni, onoranze funebri, nascite,
oltre a riti di “conferma tradizionale” (comunioni, cresime, ecc.). Le succursali si accollano sovente incombenze anagrafiche parallele a quelle dello stato. Godono, peraltro, di speciali garanzie, come
l’extraterritorialità delle succursali consacrate, la concessione del segreto confessionale, la libertà di formare cortei, di installare monumenti votivi, ecc.

 

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