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       Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"  | 
      
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 Polonia - La 
									mobilitazione delle donne può diventare 
									rivoluzione 
									 di
									Maria Mantello 
									 
									 Da molti anni, il 
									governo clerico-nazionalista polacco sta 
									portando l’assalto alla già restrittiva 
									legge sull’aborto che lo prevede solo in tre 
									casi: pericolo di vita della donna, stupro, 
									grave malformazione del feto.  Quest’ultimo caso 
									rappresenta attualmente  il 98% delle 
									procedure abortive. Così il governo, per 
									rendere l’interruzione volontaria di 
									gravidanza  impraticabile di fatto, ha 
									cercato l’aiuto della Corte costituzionale 
									(sotto il suo controllo) per cassarlo. E proprio questo ha 
									decretato la Corte Costituzionale polacca il 
									22 ottobre 2020, sancendo l’incompatibilità 
									del diritto alla vita con l’aborto per grave 
									malformazione del feto. La mobilitazione delle 
									donne è stata immediata, promuovendo 
									imponenti manifestazioni che sono subito 
									diventate di massa.  Un fiume umano 
									inarrestabile ha riempito le piazze e 
									bloccato le strade da Bydgoszcz a Kielce, a 
									Torun, Stettino, Poznan, Breslavia, Cracovia 
									e Varsavia.  Manifestazioni di donne e 
									uomini che continuano da giorni e giorni.  Cittadini che ormai non 
									vogliono solo che il governo rinunci 
									all’applicazione della barbara sentenza 
									liberticida, ma che esigono libertà 
									individuale e democrazia politica economica 
									sociale. Una rivoluzione guidata 
									dalle donne e che coinvolge ormai sempre più 
									vasti strati della popolazione.  Una istanza di 
									rivoluzione per la svolta laica della 
									Polonia. Fuori dalla soggezione sempre più 
									asfissiante alla chiesa.  Dopo la chiamata 
									dell’ultradestra a lottare contro le forze 
									progressiste, la situazione si è fatta 
									incandescente.  E adesso anche il governo 
									sembrerebbe rendersi conto che esiste una 
									Polonia laica e democratica con cui deve 
									fare conti.  Di fronte ai 
									sondaggi che ne danno il gradimento il 
									caduta libera, e oltre il 70% dei polacchi 
									pensa che Jarosław Kaczyński dovrebbe 
									dimettersi, la sicumera recede. Il governo al momento 
									tentenna, e cerca di guadagnare tempo, 
									rimandando  l’applicazione della famigerata 
									sentenza della Corte Costituzionale. Chi semina vento 
									raccoglie tempesta! era 
									scritto su un cartello della grande 
									manifestazione a Varsavia  E la tempesta potrebbe 
									diventare davvero una rivoluzione. 
 
 
 
 
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