Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

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Torino

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Pier Paolo Pasolini 45 anni dopo il suo omicidio

di Antonella Cristofaro

La notte del 2 novembre del 1975 moriva nel modo che sappiamo, in un campo dell’Idroscalo di Ostia, Pier Paolo Pasolini. Il suo corpo martoriato, disteso su uno sterrato di periferia, non distante dal mare e dalla città.

Di Pasolini e della sua morte ancora oggi piena di ombre, si è scritto molto. Amici e nemici hanno raccontato qualcosa di quel piccolo grande uomo che amava spogliare la verità dalle certezze per farle poi indossare le vesti  di una laica e tutta umana pietas.

Pasolini è stato un intellettuale libero, un “corsaro” che ha lottato con forza e tenacia contro un potere politico corrotto come un grimaldello capace di scardinare quella omologazione capitalistica che si avvaleva di un uso della parola trasfigurata, abusata, utile a tradurre il neolinguaggio di un potere che si stava, in quegli anni, appropriando di un’Italia in trasformazione, ma che ancora tratteneva a sé  tratti di una grande bellezza arcaica....(continua, clicca l'immagine)

Pasolini aveva compreso che alcuni aspetti di un sano conservatorismo andavano preservati, tutelati poiché immanenti e profondamente rivoluzionari.

L’inganno della parola ammantata dei suoni di un progresso tutto capitalistico, vedeva la parola stessa in pericolo; quel progresso omologante la avrebbe snaturata, deprivata della sua capacità comunicativa; e, in sintesi,  della sua umanità.

All’inganno delle scelte lessicali, usate queste ultime per educare, edulcorare, persuadere e allo stesso tempo per raffreddare le emozioni, Pasolini opponeva la Poesia come logos elegiaco e vitale. Tutta la sua opera, narrativa, giornalistica, filosofica, cinematografica è di fatto poetica e, forse per questo motivo, in tanti hanno voluto intravedere il lui il profeta.

Ma è la poesia stessa ad essere intrinsecamente profetica.

L’opera tutta poetica di Pasolini non ama l’indugio, l’uso prolisso della parola che l’autore considera come una espansione eccessiva di un Io che deborda; ama la paratassi, l’immediatezza, l’essenzialità del valore assoluto, dell’unica parola, utile perché necessaria; dell’inquadratura accuratamente scelta; un cesello manierista capace di esprimere la misteriosa solitudine dell’uomo così naturalmente ebbra di poesia e poeticità.

Cosa è rimasto dello sguardo pasoliniano, oggi?

Quel che prevale intorno a noi è una umanità in perenne agitazione, un brulichio di persone e di insensate parole che urlano, che pretendono verità e risposte immediate a bisogni indotti, una umanità che sa solo consumare e che appare ormai prigioniera dell’angoscia di possesso.

Una istanza di immediatezza che prelude ad una anarchia egoica totale.

 Questa umanità sembra interessarsi solo a bisogni istantanei, liberatori e illusori. Spesso si percepisce un potere che in realtà non si ha e questo tragico fraintendimento si trasforma in violenza e deformazione della verità.

Ecco allora che Pier Paolo Pasolini con la sua produzione letteraria e filmica continua, tremendamente attuale, a parlarci. 

 

 


 

 

 

 


 

Direttore Responsabile: Maria Mantello 

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