Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

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Torino

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Giulio Regeni – Una verità nascosta

di Maria Mantello

 

Sono passati quattro anni da quel 25 gennaio 2016, quando Giulio Regeni veniva sequestrato in Egitto, torturato ferocemente per 10 giorni e infine assassinato spezzandogli l’osso del collo.

Quella sera del 25 gennaio, il ragazzo era uscito dalla sua stanza sulla riva destra del Nilo. Le sue tracce si perdevano alla stazione Al Buhuth della metropolitana del Cairo.

Venne ritrovato cadavere in un fosso alla periferia del Cairo. Il corpo sfigurato a tal punto che i suoi genitori all’obitorio lo riconobbero dalla punta del naso. Quel naso che forse i carnefici avevano in qualche modo risparmiato, per far rinvenire Giulio e continuare il loro lavoro da specialisti della tortura.

 Era andato in Egitto per incarico dell’università di Cambridge, dove stava lavorando a una tesi di dottorato sui sindacati. Tema pericoloso in un paese dove basta un nonnulla per essere sbattuti in galera o condannati a morte. Dove avvengono sparizioni forzate in carceri segrete presso basi militari. Un paese dove l’islam torna a compattare le masse e il velo per le donne ritorna.

Un paese ai primi posti al mondo per numero di giornalisti imprigionati. Un paese dove – afferma lo scrittore egiziano dissidente Ala Al-Aswani – «il livello di repressione è altissimo, non c’è libertà di pensiero, si moltiplicano gli arresti e c'è gente che scompare».

Sono trascorsi quattro anni dall’assassinio di Giulio Regeni. Ben quattro governi si sono succeduti frattanto in Italia; ma quella verità scomoda per il governo egiziano non è stata ancora richiesta con necessaria fermezza.

Giuseppe Conte, dopo aver incontrato il 14 gennaio u.s. Abdel Fattah al-Sisi, ha dichiarato che «sono ripresi i contatti tra gli investigatori italiani e quelli del Cairo e confidiamo che presto riprendano anche i contatti tra le procure. L’importante è che la collaborazione riprenda; al-Sisi mi ha rassicurato che la collaborazione da parte loro sarà massima».

Che dire, di fronte a questa ennesima rappresentazione di dichiarazioni di circostanza, che non salvano neppure la faccia?

Gli affari innanzitutto! E poco importa, se nella Repubblica Araba Islamica d’Egitto le libertà democratiche sono represse e i casi Regeni si moltiplicano.

Conta di più la preoccupazione per le possibili ritorsioni a livello economico e diplomatico da parte del governo di al-Sisi, che verità e giustizia per un cittadino italiano ed europeo.

Pecunia non olet sed pacta sunt servanda. Ovviamente i patti economici.

 

 


 

Direttore Responsabile: Maria Mantello
Webmaster: Carlo Anibaldi 

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