Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

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Strasburgo: l’Italia condannata per le torture al G8 di Genova

«Le azioni messe in atto nella caserma di Bolzaneto sono espressione di una volontà punitiva e di rappresaglia nei confronti dei ricorrenti, privati dei loro diritti e di quella protezione riconosciuta a tutti gli individui […]

La corte conclude che i ripetuti atti di violenza subiti dai ricorrenti all’interno della caserma di Bolzaneto si configurano come atti di tortura. Di conseguenza, vi è stata la violazione dell’articolo 3 della Convenzione  nella sua concreta applicazione.  (Les actes qui ont été commis dans la caserne de Bolzaneto sont l’expression d’une volonté punitive et de représailles à l’égard des requérants, privés de leurs droits et du niveau de protection reconnu à tout individu par l’ordre juridique italien…la Cour pour conclure que les actes de violence répétés subis par les requérants à l’intérieur de la caserne de Bolzaneto doivent être regardés comme des actes de torture. Partant, il y a eu violation à leur égard de l’article 3 de la Convention sous son volet matériel.) »[1].

Questo il passaggio chiave della sentenza del 26 ottobre 2017 con cui la  Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato  l’Italia per le gravi azioni compiute da membri delle forze dell'ordine nella caserma del VI Reparto Mobile di PS di Bolzaneto nel contesto del G8 di Genova del luglio 2001; e perché lo Stato non ha condotto un'inchiesta efficace su quei fatti, consentendo una deplorevole mancanza di cooperazione della polizia con le autorità giudiziarie incaricate dell’indagine.

I Giudici di Strasburgo hanno riconosciuto al gruppo dei ricorrenti, formato da persone di otto diverse nazionalità, anche il diritto un risarcimento per danni morali tra i diecimila e gli ottantacinquemila euro ciascuno, perché proprio sulla base dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali: «Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti».

 Ricordiamo che in seguito a quelle violenze «percosse, minacce, sputi, risate di scherno, urla canzonatorie, insulti di ogni genere…» (sono le parole della nostra Corte d’Appello) in Italia è stato introdotto di recente il reato di tortura.

Maria Mantello

 

Correlati:

Cassazione2012:http://www.periodicoliberopensiero.it/news/news_20121003-motivazioni-sentenza-diaz.htm

 

Strasburgo2015: http://www.periodicoliberopensiero.it/pdf/AFFAIRE-CESTARO-ITALIE.pdf

 

Reato tortura: http://www.periodicoliberopensiero.it/news/news_20170707-reato-tortura.htm



[1] Testo originale Sentenza 26 ott.2017: https://hudoc.echr.coe.int/eng#{%22itemid%22:[%22001-177918%22]})

 

 

 

 


 

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