Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

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Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

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Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

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Torino

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Predatori d’infanzia e smantellamento

dello Stato sociale

di Maria Mantello

 

Abitano una trentina di famiglie nell’isolato 3 del Parco Verde di Caivano dove si è consumato l’assassinio della piccola Fortuna Loffredo (Chicca). Un anno prima, un altro bimbetto era “volato” giù allo stesso modo da quel palazzo, schiantandosi sull’asfalto... Stesso orco? Stesse dinamiche? I magistrati stanno indagando.

Il Parco Verde di Caivano: dove i camorristi gestiscono spaccio e prostituzione, dove ci sono bambini abusati e gli adulti cercano di farsi gli affari propri in reti di inquietanti connivenze e omertà. 

Storiacce di brutalità e soprusi. Gli adulti tacciono e danno la consegna del silenzio ai piccoli, in una banalità del male che arriva a far dire: Stai zitta che poi passa! Queste le parole di certe mamme e nonne di fronte alla sofferenza delle loro figlie e nipoti. Poi passa... è cosa normale. Banalità del male.

Chicca si è però ribellata alla logica dell’abuso, e dopo due anni dalla sua morte si sta facendo strada la verità, grazie soprattutto alla sua coraggiosa amica del cuore che ha rotto la consegna del “segreto” e del “silenzio”, dando una svolta alle indagini e portando all’arresto del presunto assassino. Lo ha potuto fare quando si è sentita protetta, fuori dall’inferno del Parco Verde,  in una “casa famiglia” dove è stata inserita per proteggerla da quella originaria, dove veniva abusata  questa ragazzina che adesso ha 11 anni. E con lei le sue sorelline.

Tirava calci al suo carnefice Chicca, quel martedì 24 giugno 2014. Si opponeva con tutte le sue forze alla violenza... e l’orco la fa “volare” dall’ultimo piano del palazzo. Si parla di incidente all’inizio, come per il piccolo Antonio l’anno prima. Nessuno parla, nessuno ha visto, nessuno ha sentito.

Un regno di reticenze e complicità radicate, se è vero - come sembrerebbe dalle indagini - che perfino il medico a cui la mamma della piccola Fortuna avrebbe raccontato delle irritazioni ai genitali e delle fitte di dolore alla pancia di sua figlia, non avrebbe sospettato nulla sulle effettive cause di quei malori. 

C’è voluta l’autopsia per evidenziare i lunghi ripetuti selvaggi abusi, da far invidia al miglior prontuario di un De Sade.

Bambini che non vengono liberati dagli orchi, ingabbiati nel muro di silenzio che perpetua la catena del loro martirio. Lo raccontano i loro disegni, anche quelli di Chicca, che tracciava su quei fogli grate alle finestre e alle porte. Ogni particolare, ogni sfumatura assume adesso un altro significato.

Una situazione di degrado quella del Parco Verde che genera abbrutimento e violenza, come in tanti altri casi. Ce lo siamo sentito ripetere in questi giorni, come fosse una fatalità con cui giustificare l’esistenza di zone franche, dove i clan malavitosi spadroneggiano anche in connivenze politiche di voti di scambio.

Eppure, l’Italia sulla tutela dei minori, contro la violenza sui minori, ha una legislazione d’avanguardia, che però oggi trova sempre maggiori difficoltà di applicazione per la riduzione crescente di investimenti sociali che colpiscono anche le strutture statali specializzate per la protezione e l’assistenza dei bambini. Come quella dove l’amica del cuore di Chicca ha potuto parlare, raccontare agli psicologi. E adesso dice di sentirsi felice, per averlo fatto.

Una legislazione avanzata quella italiana, che si innesta su normative internazionali fondamentali:  la “Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” del 20 novembre 1989; la “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei bambini contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale” del 12 luglio 2007 - conosciuta come “Convenzione di Lanzarote”, dal luogo dove il 25 ottobre 2007 venne aperta alla firma, che l’Italia vi appose il 7 novembre 2007 -.

La Convenzione ONU introduceva un principio importantissimo nel controllo e nella vigilanza della potestà genitoriale con l’articolo 19: «Gli Stati membri adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all’uno o all’altro, o a entrambi, i genitori, al suo tutore legale (o tutori legali), oppure a ogni altra persona che abbia il suo affidamento».

La Convenzione europea del 2007 poi, che configurava come reato ogni forma di abuso e violenza sessuale in qualunque modo si manifestasse, impegnava gli stati membri in fattivi e capillari interventi di protezione del minore anche con misure preventive. Occorrevano quindi banche dati e più strutture specializzate di accoglienza. In questa prospettiva, il 12 dicembre 2007 (al governo c’era Prodi) venivano sottoscritti i Protocolli d’intesa tra i Ministeri dell’Interno, delle Politiche della famiglia e della Pubblica amministrazione per individuare i predatori d’infanzia e garantire ai bambini la protezione dovutagli, sottraendoli ai contesti familiari e sociali dell’abuso. E per questo venivano stanziati anche consistenti risorse economiche.

Ma il tutto si arenò ben presto sulla strada dello smantellamento dei servizi sociali, tanto che nel 2009 (al governo c’era Berlusconi) la commissione ONU ci bacchettava per non aver strutturato un efficace “sistema nazionale”. Un vuoto istituzionale, che riguardava in particolare le Regioni meridionali. E le cose non sono certo migliorate con i successivi governi, anche essi bacchettati ancora per inadempienze dall’ONU.

Abbiamo sentito in questi giorni sul caso di Caivano vibranti dichiarazioni di condanna governativa, con promesse di lotta alla “pedofilia” e alle sue reti criminose...

Ma senza l’effettivo decollo di quei Protocolli d’intesa del 2007, sarà davvero difficile che questo accada. 

E, spenti i riflettori della cronaca nera, c’è il rischio che vinca quella consegna del silenzio che raccomandavano anche la mamma e la nonna della coraggiosa amica del cuore della piccola Chicca.

La camorra ringrazia! E anche il voto di scambio?

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 


 

 


 

Direttore Responsabile: Maria Mantello
Webmaster: Carlo Anibaldi 

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