Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino

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MANIFESTAZIONE UNITARIA CONTRO LA RENZIANA CATTIVA SCUOLA A ROMA  IL 25 GIUGNO
h. 17.00  corte da P.zza Bocca della Verità  a P.zza Campo de’ Fiori

 
Il Governo presenta il 'MAXI-EMENDAMENTO', ma poi, dovendo riaprire i termini per i sub-emendamenti - che però Renzi non vuole far discutere, come neppure i precedenti - calendarizza in aula per la fiducia il 25 Giugno. Checché ne dica il Presidente, in Commissione Istruzione non ci sarà discussione. Sono solo altre chiacchiere come quelle del Premier sulla ‘Conferenza’ sulla Scuola a ‘Porta a Porta’.
Per questo motivo il mondo della Scuola scenderà di nuovo in piazza compatto, Giovedì 25, con un corteo che partirà da P.zza Bocca della Verità alle h. 17.00 per concludersi in P.zza Campo de’ Fiori, a due passi dal Senato. Presenti tutte le organizzazioni sindacali: Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals e Gilda insieme con Cobas e Unicobas sfileranno a Roma nelle vie del centro. Sarà il giorno della verità: chi ha a cuore il pluralismo, l’indipendenza, la coerenza con l’assetto costituzionale della Scuola Pubblica invaderà la città testimoniando direttamente la differenza (anche numerica) fra chi s’ostina voler privatizzare sapere e formazione pubblica consegnandola alla gestione autoritaria del dirigente scolastico e chi sinora ha consentito a questo Paese di svilupparsi, di acquisire una cultura critica e partecipativa, nonché un’identità democratica.
 
Anche con il ‘megaemendamento’ permangono fortissime eccezioni di costituzionalità in merito al ddl-Scuola Renzi:
 
1.   Restano organico territoriale e chiamata diretta. Palese disparità di trattamento sulla titolarità d’istituto tra docenti e personale ata, nonché rispetto al diritto alla permanenza sul posto di lavoro fra docenti e resto del pubblico impiego (violazione dell’obbligo della parità di trattamento nei confronti degli amministrati).
Tutti hanno un posto fisso, anche chi è impiegato su di una linea di autobus, mentre con il ddl 2994 gli insegnanti verrebbero inseriti in un organico cd. ‘funzionale’ senza scuola fissa, per coprire le assenze dei colleghi
 o per piccole supplenze. Questo vulnus, a regime, investe tutti i docenti, chi andasse in esubero, come chi avesse necessità di trasferirsi. Sugli indifferenziati ambiti territoriali, va sottolineato che, come stabilisce il codice civile: “ogni lavoratore ha diritto, superato un periodo di prova e salvo comprovate esigenze, a permanere nel suo luogo di lavoro”. Intanto ci finiranno i neo-assunti, con un incarico triennale, apprendistato solo per il 'tappabuchismo' spicciolo: costoro moriranno davvero di 'supplentite' e saranno licenziabili in questa fase (dopo essere stati reclutati tramite il sistema pubblico, potrebbero quindi venire 'liquidati' secondo la mera discrezionalità del dirigente). La definizione dell’organico da parte un dirigente scolastico mai formato all’uopo (poiché dovrebbe avere competenze quantomeno interdisciplinari certificate anche in campo metodologico didattico e su tutte le singole materie), dirigente che comunque non potrà mai avere una posizione di terzietà, essendo interno alle dinamiche di gruppo presenti nell’istituto, è altrettanto negativa della valutazione discrezionale dei docenti. Il tutto senza bilanciamento alcuno dei poteri e nell’assenza assoluta di qualsiasi criterio di riferimento. Criteri del tutto fumosi sono anche quelli indicati rispetto alla ‘valutazione’ dei dirigenti stessi.
 
2.   Intervenire per legge, come questo ddl si propone per molti istituti economici, normativi e di stato giuridico, in sostanza come ente datoriale (‘inaudita altera parte’), significa anche violare unilateralmente, contro ogni norma del diritto del lavoro, il contratto nazionale e tutte le norme poste costituzionalmente a garanzia della funzione docente in ordine alla salvaguardia della libertà di insegnamento. Quest’operazione è volta a spostare sul terreno della ‘riserva di legge’ istituti di natura tipicamente contrattuale, come l’orario di lavoro (incrementato, ad es., con la banca delle ore), le ferie, la retribuzione (premiale), lo stato giuridico. Il finanziamento 'vero' dell'operazione è poi davvero risibile, dal momento che ne 'La Buona Scuola' si conferma ingenuamente che lo stanziamento in valuta 'fresca', pari a 126 milioni, è di gran lunga inferiore al valore complessivo già estorto alle famiglie con il cd. 'contributo volontario', che diviene così strutturale. Che dire, infine dei proclami altisonanti? Per quella che viene pomposamente definita 'formazione permanente' dei docenti arrivano solo 40 milioni, pari a 52 euro pro-capite.
 
3.   Valutazione impropria della funzione docente da parte di chi non ne ha le competenze: a) genitori ed alunni nel Comitato di valutazione. Tralasciando l’evidente conflitto d’interessi, è come se ai medici venisse imposto di scrivere anamnesi e terapie dietro dettatura dei pazienti. Stessa cosa per il POF (piano dell’offerta formativa), ‘delineato’ dal dirigente ed approvato dal Consiglio d’Istituto, con la cancellazione di fatto dell’organo professionalmente preposto, che è il Collegio dei Docenti. Complessivamente, verrebbe realizzata una‘strategia’ valutativa inaudita,  a metà fra l’autoreferenzialità del dirigente e le tentazioni in stile ‘scuola-supermarket’, assolutamente diseducativa e destrutturante dell’autorevolezza dell’istituzione scuola, mai invalsa all’estero in sistema formativo alcuno.
 
Stefano d’Errico (Segretario nazionale UNICOBAS)

 

 


 

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