Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino

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Arabia Saudita, le donne sfidano la teocrazia mettendosi al volante

di Maria Mantello

 

A promuovere l’iniziativa è l'associazione "Women2Drive" allo scopo di far cadere il divieto di guida per le donne. Le attiviste saudite si sono date appuntamento al volante dal 26 ottobre (October 26 driving) e invitano tutte le altre a fare altrettanto anche nei giorni seguenti.

 

 

Vanno incontro all’arresto, lo sanno. Ma la loro rivoluzione non si arresta.

E passa anche per l’acceleratore di un’automobile premuto da una donna che sfida la stasi di un ordine sociale edificato sulla sottomissione delle donne.

 

Un gesto rivoluzionario per i progressisti arabi; sovversivo per gli integralisti islamici.

 

Era il 1990 e c’era la guerra del Golfo, quando per la prima volta alcune donne saudite cominciarono a scorazzare in automobile imitando le soldatesse americane.  Uno shock per le massime autorità religiose che portò il Grand Mufti a lanciare una fatwa contro le donne arabe. Seguirono persecuzioni e arresti, e il divieto della guida alle donne è da allora diventato una sorta di lucchetto simbolico per tenere le donne nella gabbia di eterne minori. Quella gabbia che del resto indossano avvolte nel  niqāb che le copre da capo a piedi lasciando una sola fessura per gli occhi.

 

Nel contesto delle primavere arabe tra le donne, c’è chi ha pensato di scegliere ancora l’automobile per sfidare il regime. L’automobile, simbolo della libertà di movimento, della scelta della propria strada da percorre autonomamente...  del tracciato da dare alla propria personale esistenza, senza dover sottostare -dalla nascita alla morte- alla volontà del tutore maschio di turno: padre, fratello, marito, figlio.

 

La rivoluzione della guida è stata così rilanciata nel maggio del 2011 da una coraggiosa trentenne saudita, Manal al-Sharif, che si è fatta riprendere al volante sulla strada di Al Khobar. La sua scorribanda le costò una settimana di carcere, ma quel filmato ha fatto il giro del mondo, ed è stata la base per indire l’October 26 driving.

Un affronto per le gerarchie islamiche che adesso, oltre a minacciare di arresto anche gli uomini che non controllano che le donne rispettino il divieto, sono arrivati a lanciare proclami conditi di pseudo scientificità sulla inferiorità delle donne, incapaci di autonomia e destinate solo a mettere al mondo figli. Una funzione questa, che sarebbe messa a repentaglio quando si guida un’automobile, perché ne deriverebbe - udite, udite - un danno alle ovaie.

Sarebbero questi oppressori maschilisti da incriminare per abuso di potere, reiterata violenza e incitamento all’odio di genere. Sarebbero da isolare e sottoporre a cura psichiatrica. In gabbia dovrebbero andarci loro. Ma in un mondo rovesciato, in nome di dio, costoro ci mandano le loro vittime. 

 


 

Direttore Responsabile: Maria Mantello
Webmaster: Carlo Anibaldi 

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