La disonorevole resa sull'omofobia

“Onorevoli colleghi!”. Con questa invocazione cominciano le proposte di legge presentate al Senato della Repubblica. Ma cosa rimane di onorevole in chi, per la terza volta nell'arco di un anno, respinge la possibilità di considerare l'omofobia un'aggravante di reato, al pari delle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi. E' quanto accaduto in Commissione Giustizia, dove non si discuteva di unioni di fatto, matrimoni gay o adozioni per coppie dello stesso sesso, ma solo di una aggravante in caso di aggressioni o disparità di trattamento sul lavoro e nella vita sociale: il minimo per adeguare l'Italia ai principi di adesione all'Unione Europea. Evidentemente per i nostri parlamentari solo il livello dei loro stipendi deve allinearsi a quello degli stati più avanzati dell'Unione, vale a dire Germania, Francia, Inghilterra e Scandinavia, paesi dove misure di parità ben superiori sono garantite dalle leggi in materia di orientamento sessuale.

Marco Lombardi