Diritti umani - Lady GaGa fa del GayEuroPride una festa di popolo [Maria Mantello]
Roma 10 giugno 2011 - Fa impressione il Circo Massimo stracolmo, e
rievoca l’imponente manifestazione che sempre a Roma ci fu nel 2000,
e che l’allora Sindaco Rutelli, tutto preso dalle celebrazioni
giubilari, cercò di ostacolare per non scontentare il Vaticano.
Fu un boomerang! E il GayPride del 2000 fu un successo di popolo.
Sono passati undici anni, e se Santa Romana Chiesa continua sempre a
considerare nel suo catechismo l’omosessualità oggettivo disordine
morale (canone 2357) invitando gli omosessuali a sopportare le
conseguenze della loro condizione (canone 2358), si guarda bene però
dalle crociate contro questi eventi.
Al limite le facciano i chierichetti del trio
Buttiglione-Giovanardi-Binetti, che hanno gridato allo scandalo per
la presenza della “trasgressiva” Lady Gaga a Roma.
Con buona pace di costoro - in sintonia col potente messaggio di
Hillary Clinton: «i diritti dei gay sono diritti umani, i diritti
umani sono diritti dei gay», questa Rockstar ha regalato al milione
di persone del Circo Massimo un intervento, emozionante e
appassionato.
Un intervento, dove quasi un sottofondo è stata l’esibizione
artistica sulle splendide note di Edge Of Glory e Born This Way, e
quasi tutto lo spazio è stato per un discorso forte e pacato, lucido
e incisivo.
Un discorso che ha rinforzato e potenziato per la fama della
cantante, il potente messaggio lanciato da Hillary Clinton: «i
diritti dei gay sono diritti umani, i diritti umani sono diritti dei
gay».
«Oggi e ogni giorno – ha detto Lady Gaga -lottiamo per la giustizia
perché vogliamo uguaglianza piena», «non vogliamo essere trattati
come qualcosa di meno da esseri umani». E per questo ha aggiunto:
«bisogna lottare contro la discriminazione, contro l’omofobia e la
nostra rabbia deve essere la forza del diritto di amare». «Io ho
parlato in tutto il mondo e con durezza di queste questioni. Spesso
mi viene chiesto quanto sei gay Lady Gaga? Perché questa domanda? E
rispondo: sono figlia della diversità, io sento l’obbligo morale di
portare questo potenziale rivoluzionario per cambiare il mondo»,
«perché io sono una che sente l’obbligo morale di fare del mondo un
posto migliore».
E questo mondo migliore, aggiungiamo noi, ha bisogno di più
comprensione per l’altro. Ha bisogno quindi di meno Verità con la
maiuscola e di più carità.
Ha bisogno della consapevolezza che nessuno può imporre all’altro
più di quanto questi reciprocamente possa imporre a lui. È la base
della civile convivenza democratica. E ha un nome: laicità. I
diritti umani, quindi sono innanzitutto una questione di laicità.
Maria Mantello