Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale:

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

telefax: 067001785,


e.mail

Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web

prof. Maria Mantello


Roma


e.mail

Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino


e.mail , e.mail2

Quanto guadagna il Vaticano con l’8 per mille

di Maria Mantello

Come spende la Chiesa Cattolica l’8 per mille

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Assegnazioni totali

 

643

763

910

1016

952

984

930

991

Edilizia di culto

54

83

120

130

130

130

117

117

Culto e pastorale

58

80

92

122

92

116

64

87

Beni culturali

3

26

50

50

70

70

63

68

Interventi caritativi

7

16

30

30

30

30

30

30

Tot. Interventi nazionali

 

122

205

292

332

332

346

274

302

Culto e pastorale

118

134

150

150

150

155

155

160

Interventi caritativi

65

69

75

75

80

85

85

90

 

Tot. Diocesi italiane

 

183

 

203

 

225

 

225

 

230

 

240

 

240

 

250

Tot.Terzo mondo

54

65

70

80

80

80

80

85

Tot. sacerdoti

643

290

308

330

320

315

336

354

 

fonte CEI

dati in milioni di euro

 

l'11 febbraio 1929, Benito Mussolini per il regno d’Italia e Pietro Gasparri, per la Santa Sede, firmavano i "Patti Lateranensi" (Legge 27 maggio 1929, n. 810). All’interno di questi si configurava il Concordato. I Patti erano stati propagandati come pacificazione, risarcimento alla Chiesa, dopo la Breccia di Porta Pia (20 maggio 1870). Data in cui lo Stato italiano annetteva Roma all’Italia e poneva fine a quel potere temporale edificato sul noto falso storico medievale: il Constitutum Costantini. Il Regno d’Italia, con la legge delle Guarentigie del 13 maggio 1871, aveva già provveduto ad indennizzare il Vaticano, a cui erogava anche annualmente ben 3.225.000 lire per il mantenimento del clero. Una cifra astronomica (13 milioni di euro circa), che il Vaticano riscuoteva puntualmente, nonostante il suo non possumus a riconoscere lo Stato Italiano. Dopo i patti Lateranensi la Chiesa prese finalmente atto che l’Italia era stata fatta, ottenendo in cambio benefici e vantaggi che andavano ben al di là delle sue stesse aspettative. Con il Concordato fascista si legittimava lo “Stato della Città del Vaticano sotto la Sovranità del Sommo Pontefice”, a cui il governo italiano si impegnava a versare, in un’unica soluzione e in contanti, ben 750 milioni di lire (circa 600 milioni in euro). A questo si aggiungeva anche "un consolidato del valore nominale di 1 miliardo di lire" (circa 800 milioni di euro). Mussolini era proprio “l’uomo della Provvidenza”!

Nel 1984 (capo del Governo Bettino Craxi), con la revisione del Concordato, l’emancipazione della nostra Repubblica dal Vaticano, richiesta dal paese reale, si allontanava ancora una volta. Lo Stato italiano, non solo chiamava la Chiesa alla “reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del paese” (art. 1), ma  “ riconoscendo il valore della cultura religiosa e ... i principi del cattolicesimo...parte del patrimonio storico del popolo italiano” (art. 30), estendeva quella che era solo la fede di una parte degli italiani (seppure la maggioranza) alla popolazione nella sua interezza. Il cattolicesimo era patrimonio culturale, da trasmettere e rinfocolare sul piano culturale. Un’affermazione di principio, quindi, niente affatto innocente. E di cui vediamo ancora oggi i suoi cascami ideologici dibattersi per imporre la croce nei luoghi pubblici e pretendere una legislazione dettata e benedetta dalla Curia.

In quanto patrimonio storico della nazione i cittadini tutti avrebbero contribuito al finanziamento della Chiesa Cattolica mediante un contributo diretto. Nasceva allora un meccanismo che prevedeva il versamento alla Cei (conferenza episcopale italiana) dell’8 per mille dell’imponibile fiscale. Esteso poi anche alle altre confessioni religiose, che ne facevano richiesta, e firmatarie di intese con lo Stato Italiano.

 La legge prevede che l’8 per mille venga calcolato su tutti i contribuenti, pertanto anche le quote di coloro che non hanno scelto nessuna destinazione, vengono comunque ripartite in proporzione alle percentuali di scelte realmente effettuate, come previsto dalla legge 222 del 1985 all’art. 37: “in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse”.  In base a questo espediente, si verifica un sorprendente effetto di amplificazione, di cui beneficia soprattutto la Chiesa Cattolica. Così, sebbene in media solo tre italiani su dieci scelgano di destinare l’8 x mille del loro prelievo fiscale alla Chiesa Cattolica, in pratica questa incasserà anche la maggior parte gettito dell’8 per mille non destinato ad alcuno. Insomma, più aumentano le astensioni più si accrescono gli introiti del Vaticano, che ottiene un finanziamento quasi triplo rispetto ai consensi espliciti ottenuti a suo favore.

Nel 2007, la Conferenza episcopale italiana si troverà ad incassare più di un miliardo di euro. Vale appena notare che di questa somma ingente, solo 205.000.000 (di cui 90 milioni alle diocesi, 85 milioni al terzo mondo, 30 milioni per interventi di carattere nazionale) sono stati destinati ad interventi caritatevoli ed umanitari. La quota maggiore è andata al finanziamento di apparati e strutture clericali: 353.708.000 per il sostentamento del clero; 432.570.769 per culto e pastorale.

Si legga rapporto CEI 2008

Direttore Responsabile: Maria Mantello Webmaster: Carlo Anibaldi 

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